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Il mito delle Sportive nasce con i motoscafi tipo Riva Tritone, Aquarama, Magnum, Cigarette per arrivare ai grandi Open di oggi. Da realizzazioni artigianali più o meno copiate, tutte con una minuscola cabina con un improbabile servizio a prua, è poi iniziata una evoluzione che ha rapidamente creato una vera e propria tipologia di imbarcazioni, sotto la spinta di un pubblico che apprezzava le linee e le performance sportive, ma richiedeva maggior abitabilità e comodità.
Per trovare le radici di questa importante realtà e capirla fino in fondo, bisogna ritornare agli albori della nautica da diporto quando, negli Anni 60, esistevano solo i cruiser e i motoscafi finalizzati a due utilizzi specifici. I primi per andar per mare in crociera, i secondi per i giri veloci, per lo struscio davanti alle località più famose, per la gita giornaliera.
Intanto il mito della velocità si andava rinforzando con gli entusiasmanti risultati nelle gare di motonautica, trasformate successivamente in campionati offshore con Magnum e Cigarette, made in USA, che facevano man bassa di titoli mondiali. A gareggiare anche molti personaggi famosi come Gianni Agnelli con l’Ultima Dea e l’Ultima Volta.
In quegli anni matite geniali come quelle di Renato Sonny Levi, di Franco Harrauer e di Paolo Caliari iniziarono a disegnare scafi performanti sempre più abitabili. Ecco nascere il Settimo Velo, lo Speranziella, il Sarima, i Roar, i Delta e i Gemini di Moreno Maestrelli, tutti di legno, fino ad arrivare, a metà degli Anni 70, come sommatoria di tutte le esperienze fatte, alle prime produzioni di serie in vetroresina con la pietra miliare del C 42 di Paolo Caliari. Si inizia così quel processo evolutivo che porterà l’open a conquistare sempre maggiori fette di mercato, invadendo lentamente, ma inesorabilmente il campo dei cruiser canonici, sotto nomi diversi come day cruiser, fast commuter, offshore, sport, hard top, coupé, open bridge ecc. ed affermandosi come una nuova realtà sempre più frizzante, giovane ed aperta al nuovo e alle proposte tecnologiche anche in dimensioni impensabili quali sono i MaxiOpen contemporanei. Ed oggi, oltre che per il contributo delle grandi firme italiane quali Fulvio De Simoni, André Bacigalupo, Carlo Galeazzi e Stefano Righini il settore delle barche sportive si evolve grazie anche alle idee dei nuovi progettisti e dei giovani designer.
Performanti e grintose, spesso molto aerodinamiche, con nuovi colori e soluzioni innovative, qualche volta futuristiche: sono le imbarcazioni sportive che fanno bella mostra di sé nei nostri mari quando ci superano in velocità durante la navigazione. Sono l’emblema di uno stile di vita, di un modo di andar per mare dei nostri tempi moderno, veloce e disincantato, completamente sganciato dalle tradizioni e dai luoghi comuni. |